Malattie cardiache,
Golino: per paura del covid triplicata la mortalitàIl direttore del Utic
dell'ospedale Monaldi: "Ricoveri per malattie cardiovascolari in Italia
diminuiti mediamente del 50% con punte fino al 70% nelle regioni più colpite
dal Covid-19"
ROMA - "Le principali
società scientifiche di cardiologia, tra cui quella italiana, hanno scoperto,
con sorpresa e preoccupazione che i ricoveri per malattie cardiovascolari in
Italia, prendendo in considerazione lo stesso periodo rispetto all'anno
precedente, sono diminuiti mediamente del 50% con punte fino al 70% nelle
regioni più colpite dal Covid-19. Questo ha comportato un aumento di circa tre
volte della mortalità per malattie cardiovascolari, sia per quelle acute come
l'infarto miocardico sia per quelle croniche come la stenosi aortica". Lo
spiega in una intervista alla Dire Paolo Golino, direttore di Cardiologia-Utic
'Vanvitelli’ dell'ospedale Monaldi di Napoli.
La ragione principale è
da ricercare nel "timore dei pazienti di recarsi in ospedale per motivi
diversi rispetto al coronavirus e di contrarre l'infezione da Covid-19. Molti
pazienti sono rimasti a casa anche in presenza di sintomi molto chiari e
preoccupanti". Sulla scorta di quanto detto Golino raccomanda "alla
popolazione di non sottovalutare i sintomi di altre malattie per timore del
coronavirus" anche perché "gli ospedali sono luoghi che si possono
definire sicuri".
In questi mesi, prosegue
Golino, "abbiamo imparato che il Covid-19 molto raramente, intorno al 5%
dei casi, interessa in maniera diretta l'apparato cardiovascolare, ma i
soggetti che contraggono l'infezione e che hanno già in precedenza malattie
cardiovascolari sono molto più a rischio per un esito infausto". Quindi la
soluzione più sicura è quella di intervenire in particolare nelle circostanze
"in cui è possibile farlo, come nel caso della stenosi aortica, con una
procedura come la Tavi, minimamente invasiva rispetto all'intervento chirurgico
tradizionale, che consente la sostituzione della valvola malata con una nuova
con tempi di degenza molto più brevi, nell'ordine dei 3 giorni".
L'importanza di intervenire si evince anche dalla prognosi di questa malattia
che l'esperto definisce "infausta" sottolineando che "la
mortalità a due anni dalla comparsa dei primi sintomi è pari a circa il 50%"
e che in uno studio recentemente pubblicato sia stato dimostrato che "se
si aspetta eccessivamente prima di eseguire l'intervento di sostituzione
valvolare la mortalità può arrivare fino al 14% durante l'attesa".
Proprio relativamente
alla Tavi Golino spiega come, con la sua equipe, nei due mesi di lockdown abbia
scelto di "ridurre al minimo i ricoveri elettivi ma urgenti riferendoci,
in particolare, ai pazienti in lista d'attesa nel nostro reparto. Abbiamo
effettuato uno screening telefonico cercando di capire quali fossero i più
urgenti dal punto di vista dei sintomi. In questo periodo di circa due mesi,
rispetto allo stesso arco di tempo dell'anno precedente, abbiamo eseguito
quattro Tavi in più, per un totale di 14, e anche sei procedure sulla valvola mitrale". (DIRE)
© Copyright Redattore
Sociale