CATANZARO – 18 GIUGNO 2020. Si chiama “Rivivi l’Estate”
e ha come obiettivo principale quello di ricreare gli equilibri intra ed extra
familiari attraverso animazione con i minori, sfruttando le strutture e le aree
di competenza comunale: non solo gioco e divertimento - mantenendo le
indicazioni di sicurezza predisposte dai DPCM in materia di prevenzione e
contenimento del covid 19 – ma prima di tutto un percorso di ricostruzione dei
rapporti sociali e relazionali deteriorati dall’isolamento a cui siamo stati
costretti nel periodo del lockdown. E’ questo l’intento del Comune di
Chiaravalle Centrale, guidato dal sindaco Mimmo Donato, che avrà come
partner un Ente no profit come il Centro Calabrese di Solidarietà che da
anni opera nel campo del disagio e dell’emarginazione giovanile, attraverso
l’accoglienza, il prendersi cura e l'attivazione di azioni di reinserimento di
sociale di soggetti svantaggiati. Il progetto è stato presentato questa
mattina, nella sede municipale di Chiaravalle alla presenza oltre che del
sindaco, della presidente del Centro calabrese di solidarietà Isolina
Mantelli, del direttore amministrativo Vittoria Scarpino, della
pedagogista Cristina Marino e del responsabile del progetto, Andrea
Romano, oltre che dei sei animatori che parteciperanno a “Rivivi l’Estate”, nel
periodo che va dal 6 al 31 luglio dalle 17 alle 19. Parliamo di un vero e
proprio campo estivo che si articola in laboratori ludico-creativi e
individuali-sportivi: nel rispetto delle linee guida nazionali si potranno
accogliere un numero massimo di minori suddivisi in due fasce di età di 6-11 e
12-17.
“Chiaravalle ha vissuto otto settimane drammatiche – ha
esordito il sindaco Mimmo Donato esprimendo la propria solidarietà a responsabili
e operatori del CCS preso di mira da una serie di danneggiamenti e atti
vandalici, di cui proprio ieri sera sono stati individuati gli esecutori (sei
minori) – non solo per il dilagare dell’emergenza sanitaria. Un mese di ‘zona
rossa’ che ha impedito qualunque tipo di rapporto relazionale e sociale tra noi
stessi, tutti chiusi nelle nostre case. A soffrirne sono stati soprattutto i
nostri giovani che quando hanno avuto la possibilità di poter uscire, si sono
‘liberati’: li abbiamo visti in giro senza regole. Ci preoccupa, quindi, il
fatto che dobbiamo fare uno sforzo per riadattarli, quasi rieducarli,
rimetterli nelle condizioni di socializzare. Deve rimanere la percezione del
rischio, ma la ripresa di attività di questo tipo deve essere fatta da persone
capaci e competenti. Ecco perché nasce questo progetto e questa idea non poteva
che essere affidata a professionisti del settore, in grado di restituirci
rapporti relazionali sani e quindi al Centro Calabrese”.
“Siamo onorati di affiancarvi in questo percorso – ha
dichiarato la presidente del CCS, Mantelli -. In questi mesi abbiamo parlato di
distanziamento sociale, ma quello che è il significato in concreto lo
verifichiamo oggi che vediamo fino a che punto i ragazzi hanno perso la
capacità di stare correttamente insieme e fare parte di un territorio sociale,
di un territorio sociale. Ben venga, quindi, la possibilità di spezzare
l’isolamento e recuperare un percorso di socialità affiancando giovani e
famiglie che qui a Chiaravalle sono state duramente colpite dalla zona rossa”.
L’auspicio della pedagogista Cristina Marino è che “con questo progetto si
possano mettere in moto, quindi creare, tutta una serie di attività che rendano
corresponsabili tutti i protagonisti della cittadinanza di Chiaravalle e magari
anche dei territori limitrofi in modo da ‘tessere’ legami. Il concetto che
porto nel cuore e spingo da anni, infatti, è proprio quello di ‘tessere
comunità’. Le comunità devono diventare generative, luoghi di civiltà, di
civilizzazione e di umanizzazione”. Con atti come quelli perpetrati ai danni
del Settore Prevenzione del CCS, ha concluso Marino, “i giovani ci testimoniano
la necessità di avere spazi e luoghi nei quali diventare uomini. Ben venga
questo progetto del Comune di Chiaravalle che dimostra di essere di grande
lungimiranza”. I dettagli del progetto sono stati illustrati da Andrea Romano
che ha evidenziato soprattutto due bisogni che il percorso vuole soddisfare:
quello di ri-affidare i propri figli e quello di non rinunciare alle attività
educative. “Le famiglie hanno resistito per diverse settimane anche in
condizioni socio economiche difficili – spiega Romano – hanno dovuto
condividere spazi ristretti e mai hanno avuto la possibilità di trascorrere un
tempo insieme molto più lungo che nella situazione pre covid . Ora c’è bisogno
di far riprendere la circolazione delle relazioni che aiuti la comunità a
ritrovarsi, pur sapendo che non sarà la stessa cosa”.
La modulistica necessaria all’iscrizione potrà essere
scaricata on line collegandosi all’indirizzo www.comunechiaravallecentrale.cz.it,
e le domande si potranno presentare all’Ufficio Protocollo del Comune di
Chiaravalle Centrale.