L’altra
sera, a “di Martedì”, hanno chiesto a Pierluigi Bersani di commentare i deliri
di Giorgia Meloni, secondo cui l’aumento della pressione fiscale dipenderebbe
dal fatto che ora “c’è più gente che lavora”. Lui
non solo l’ha demolita in appena un minuto, ma le ha anche dato gratis una
semplice quanto precisa lezione di economia:
“Forse
Giorgia Meloni pensa che siamo al parco buoi e che si possa raccontare di
tutto, ma se davvero pensa una roba così c’è da preoccuparsi, perché vuol dire
che la Presidente del Consiglio non conosce nemmeno l’abc.
Oggi
l’Italia ha dieci punti percentuali in meno di occupati rispetto alla media
europea. Con la logica di Giorgia Meloni, se raggiungessimo la media europea,
aumenterebbe di dieci punti la pressione fiscale. Ma non funziona così.
Se tu
mandi uno a lavorare e lo paghi, questo va innanzitutto sul PIL perché consuma.
I consumi e gli investimenti vanno sul PIL, quindi il rapporto tra PIL e
pressione fiscale resta stabile.
Presidente
Meloni, le dico io cosa è successo: si è verificato il cosiddetto fiscal drag,
che avviene quando rinnovi i contratti e recuperi un po’ di inflazione, ma sali
di aliquota. È successo questo”.
Rendetevi
conto delle mani in cui siamo finiti.